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Dog Training Relazionale ®

 - ALDO VIOLET

Il metodo educativo elaborato da Aldo Violet è il Dog Training Relazionale® il cui significato racchiude l’importanza della relazione che si deve necessariamente instaurare nel binomio uomo-cane, ovvero il rapporto che si  instaura tra due individui che orientano reciprocamente le loro azioni, base necessaria sulla quale si costruisce una serena convivenza.

Questo metodo si discosta dagli altri moderni sistemi educativi che utilizzano sequenze di stimolo-risposta di minore o maggiore complessità. Le moderne ricerche neurofisiologiche confermano, infatti, che anche i cani sono in grado di apprendere non solo “meccanicamente”, ma coinvolgendo funzioni cognitive superiori. L’etologia cognitiva, ormai, non consente più di dubitare dell’esistenza di cause mentali del comportamento degli animali come le emozioni, i pensieri e l’elaborazione delle informazioni.

 Il cane quindi “ragiona” sui suoi comportamenti, non agisce, com’è stato sostenuto per lungo tempo e come molti sostengono tutt’ora, come un automa in risposta ad un condizionamento.

Per ottenere il comportamento desiderato, però, è necessario che s’instauri un rapporto di sintonia e dialogo costante fra cane e proprietario, in una relazione che non può non influenzare fortemente la mente del cane e conseguentemente il  suo comportamento.

Il proprietario dovrà rapportarsi all’animale con calma e pazienza come se fosse un bambino che deve imparare un nuovo compito, spiegandogli in modo comprensibile ciò che desidera da lui. Lo premierà quando s’impegnerà  e lo disapproverà quando sarà caparbio, sempre nel rispetto della sua individualità e della sua alterità. Sarà importante riuscire a  motivare il cane: la motivazione è il “motore interno” che porta l’animale ad attivarsi per compiere una determinata azione. Ad un’alta motivazione si accompagna un veloce e duraturo processo di memorizzazione.

Il Dog Training Relazionale® rispetto agli altri metodi educativi cosiddetti “gentili”, non fa un uso  sistematico ed indiscriminato del condizionamento che apparirà, in maniera marginale, quale inevitabile residuo di ogni attività educativa. Per questo, anche sul piano lessicale eviteremo di usare il termine “rinforzo” sostituendolo con “premio”, che riteniamo occasionalmente necessario come conferma di un comportamento corretto già appreso più che per l’apprendimento dello stesso. Esso crea motivazione e quindi interesse nel cane,  che tenderà a ripetere l’ azione non solo per essere ricompensato, ma  soprattutto, come si è detto, per compiacere il proprietario. Come vedremo, il premio non sarà esclusivamente alimentare, ma acquisterà un significato più ampio: spesso sarà semplicemente “vocale” a conferma di una relazione consolidata. Per questo è necessario che la comunicazione fra proprietario e cane sia ottimale.

I cani utilizzano principalmente la comunicazione posturale; per noi umani essa è spesso inconsapevole e dovremo perciò prestare maggiore attenzione alle posture che adottiamo.  Pur essendo molto vocali, dobbiamo tuttavia  imparare ad usare la voce in modo corretto con i nostri cani. Al di là dei comandi, che dovranno essere pochi e chiari, dobbiamo imparare a parlare moltissimo ai nostri cani, non per comunicare loro attraverso le parole bensì attraverso il linguaggio paraverbale, che consiste nel modo di utilizzate la voce, nelle differenze di timbro, tono, volume e velocità.

 La voce umana è uno strumento di comunicazione meraviglioso; attraverso il suono della nostra voce i cani riescono a percepire le nostre emozioni, a rendersi conto  se in un preciso momento siamo rilassati o tesi, felici piuttosto che arrabbiati e, infine, “sapere” quello che vogliamo da loro.

E’ più semplice insegnare la condotta al guinzaglio attraverso un abile gioco di posture, gesti, sguardi, timbri, toni e volumi della voce, che con cibo o pallina. Basta, infatti, tenere l’attenzione del cane centrata sul conduttore, usando correttamente la gestualità e le parole di lode (che forse il cane non comprenderà mai!) dette in modo gioioso e carico di soddisfazione quando si comporta correttamente ed un duro  “NO!” di disapprovazione quando sta sbagliando, per avere in breve tempo un cane che cammina correttamente al fianco.

Possiamo, quindi, concludere che il successo del nostro metodo e l’intesa fra cane e proprietario dipendono da tre fattori congiunti:

- da una corretta gestione, derivante da un corretto stile educativo;

- dalla motivazione che il proprietario saprà dare al cane;

- dalla qualità e quantità della comunicazione che si instaura fra i due soggetti.